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... c'è qualche eccezione

Le zone di confine in genere sono più disponibili a mettersi in discussione come a Treppio, (punto 25) nella Montagna pistoiese, dove alcuni intervistati hanno affermato che, sebbene si sentano “più vicini alla Toscana” e “più lontani dal bolognese”, ritrovano nel loro modo di parlare una mescolanza di elementi toscani e bolognesi.

L’identificazione del toscano come dialetto è relegata nelle aree dialettali non toscane: per esempio in Lunigiana, dove a Licciana (punto 4) si distingue tra dialetto ‘qualunque modo di parlare diverso dall’italiano, caratterizzato da una determinata pronuncia locale o regionale’, detto anche del fiorentino e degli altri dialetti toscani e parlata ‘modo di parlare con caratteristiche di pronuncia genericamente diverse da quelle del liccianino’, detto per esempio del particolare italiano parlato nei paesi vicini a Licciana, che si distingue per specifici tratti fonetici.

Sempre nello stesso centro una nota specifica che, sebbene a Licciana si usi il termine dialetto per il fiorentino, i parlanti del luogo sanno che quest’ultimo comunque “è un’altra cosa”.

Al contrario, per i toscani “veri”, sono i toscani di confine a parlare il dialetto: a Fauglia in area pisana settentrionale (punto 71) si riconosce la particolarità delle aree di Massa e Carrara dove si parlerebbe dialetto che è definito come il ‘modo di parlare proprio di regioni diverse dalla Toscana’.

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