Risposte raccolte in relazione alla dom. 490 ‘ansimare’ nelle località di inchiesta 1-20

Classificazione delle risposte rispetto al sesso e al titolo di studio degli informatori che ne hanno fornito testimonianza

Ciò che subito si nota guardando lo schema è che il maggior numero di forme è appannaggio degli intervistati col titolo di studio più basso (23) con uno scarto rispetto alle risposte di coloro che hanno titolo di studio medio alto di ben 8 forme: la perdita si misura circa in un terzo.

L’altra cosa evidente è che, almeno in questo caso, il sesso non è una discriminante di per sé: le liste contano 21 voci quella dei maschi e 20 quella delle femmine; inoltre non esiste nessun termine che sia proprio dell’un sesso o dell’altro indipendentemente dall’età. avere l’àsima, patalassare e crescere il fiato risultano sì usati solo dai maschi, così come boccheggiare e venire l’affanno sono usati solo dalle femmine, ma in tutti e cinque i casi si tratta di parole o espressioni dipendenti anche dal titolo di studio che è sempre basso.

Infine è chiaro anche che non esiste una censura nell’uso dell’italiano in base né al sesso né al titolo di studio: non solo vengono usate da tutti locuzioni italiane espressive come avere l’affanno, avere il fiatone o avere il fiato grosso, ma anche termini neutri come ansare e ansimare adatti anche a registri elevati.

D’altra parte è altrettanto vero anche voci francamente dialettali come bolsegare o pantafiare o ranticare non vengono censurate dai parlanti dal titolo di studio alto.

Viene allora da chiedersi se il fattore discriminante sia un altro: cambiano forse le cose se la selezione viene fatta in base all’età?