Io ànsimo, tu hai la fiataccina e lui affannéggia
Prendiamo in esame le risposte ad una
domanda, la 490 ‘ansimare’, che indaga un concetto di cui
tutti abbiamo esperienza perché riguarda il modo di respirare
di ognuno di noi quando siamo sottoposti a uno sforzo. In
questo modo siamo certi che non entri in gioco, oltre alle
caratteristiche età, sesso, titolo di studio e professione,
il difetto di competenza che potrebbe complicare l’analisi.
Le
risposte alla domanda ammontano in totale a 714 contesti su
tutto il territorio toscano per un totale di oltre sessanta tipi
lessicali diversi.
Se proviamo a fare una selezione delle attestazioni raccolte
in base al sesso risulta che le risposte testimoniate
dagli informatori maschi
sono 607 contro le 547 fornite dagli informatori di sesso
femminile.
Una selezione delle risposte
in base al titolo di studio dà il seguente
risultato:
- risposte
fornite da informatori di entrambi i sessi con titolo di studio
che va dalla licenza di scuola media superiore a ciclo corto alla
laurea: 435 risposte;
- risposte
fornite da informatori di entrambi i sessi con titolo di studio fino alla licenza di scuola
media inferiore: 647 risposte.
Da questi semplici dati si
possono trarre due, seppur sommarie, deduzioni:
- sembrerebbe
che sul totale delle attestazioni i maschi abbiano una
maggiore ricchezza di lessico rispetto alle femmine;
- è senza dubbio il titolo di studio a incidere maggiormente
sulla varietà del repertorio lessicale a tutto
svantaggio di coloro che hanno titolo di studio più alto.
Ma
quali sono le forme che sono usate più dai maschi rispetto
alle femmine? E la perdita lessicale degli intervistati più
acculturati avviene sul versante del dialetto come sembrerebbe
ovvio oppure le cose stanno diversamente?
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